PATTO DI NON CONCORRENZA
Che cos’è il patto di non concorrenza? Il patto di non concorrenza è lo strumento giuridico regolato dall’art. 2125 c.c. a disposizione dell’azienda per evitare che l’ex dipendente divulghi le informazioni apprese durante il rapporto di lavoro o svolga attività concorrenziale, una volta cessato il rapporto di lavoro. Se questo viene violato, sono necessarie le indagini per patto di non concorrenza. Assumere un dipendente è in primis un atto di fiducia. Ma fin dove si può spingere la tutela di un’azienda? Si sa, i rapporti tra un datore di lavoro e il suo dipendente possono spesso presentare ostilità di varia natura. Dipendenti infedeli, abuso della legge 104, falsa malattia, spionaggio industriale. Poi c’è la tanto temuta concorrenza: si assume una persona, si forma, si fa crescere, si svelano i segreti del lavoro e poi? poi si possono incontrare persone fedeli che restano in azienda, persone che vanno via trovando una nuova occupazione e persone che lasciano il proprio posto di lavoro e iniziano a lavorare per la concorrenza o diventano loro stessi dei competitor. Per la serie dopo il danno pure la beffa. Le imprese hanno la possibilità di tutelarsi legalmente, in vari modi, cercando la soluzione più adatta. Avete mai sentito parlare del “patto di non concorrenza”? Il patto di non concorrenza viene stipulato dal datore di lavoro per tutelarsi da una eventuale concorrenza dell’ex dipendente, ponendo ad esso dei limiti professionali una volta che non fa più parte dell’azienda. L’obbligo di fedeltà dunque deve continuare anche post cessazione dei rapporti lavorativi. L’ex dipendente non può lavorare con una azienda concorrente dell’ex datore di lavoro o aprire la stessa attività lavorativa. Il patto di non concorrenza è retribuito ed è regolamentato da leggi specifiche. Come si fa a sapere se questo patto viene rispettato? Come si dimostra che non sono state rispettate le regole? È proprio qui che intervengono le agenzie investigative con indagini per patto di non concorrenza. Precisiamo che la violazione del patto di non concorrenza porta ad un oneroso risarcimento danni e quindi non basta avere sospetti ma c’è bisogno di prove valide in sede di giudizio. Come si procede? Quando si ha il dubbio che un ex dipendente non stia rispettando il patto di non concorrenza si può contattare un investigatore privato autorizzato. L’investigatore privato avvierà delle indagini portando prove come video e foto che inchioderanno l’ex dipendente furbetto. Il tutto allegato con un dossier. Più semplice a dirsi che a farsi. Dimostrare concorrenza sleale e violazione di patto di non concorrenza richiede tempo e pazienza, chi sa di commettere un reato ha già studiato le strategie per non farsi scoprire. Si devono dunque dimostrare le nuove abitudini quotidiane dell’ex lavoratore, luoghi di lavoro e di incontri, identificazione delle persone frequentate. Bisogna dimostrare dunque la sistematicità degli eventi che non danno spazio ad equivoci. Non può esserci la possibilità di difendersi con spiegazioni fondate sulla casualità. È molto importante per una azienda tutelare i “segreti del mestiere”. Senza patto di non concorrenza non c’è slealtà e quindi l’ex dipendente è libero di agire come meglio crede. Per avere più chiara l’idea di come si stipuli un patto di non concorrenza ci si può affidare ad un legale. Se c’è qualche dubbio che questo non venga rispettato o è giunta una voce che vi fa venire un sospetto che il vostro ex dipendente stia violando il patto non esitate a contattare l’investigatore. Prevenire e meglio che curare.
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